Quelli che non mollano mai! Facciamo il punto sulla Prima Divisione maschile.
Guido, questa per te è stata l’ennesima stagione con il Volley Club Trieste: rientri a pieno titolo tra gli allenatori di lungo corso della società. Cosa ti spinge a proseguire ancora?
Una forte spinta alla permanenza deriva certamente dalla coesione, direi dalla complicità, dello staff di allenatori: qui si respira sempre un ambiente sano. Questa stagione, poi, l’abbiamo impostata facendo un passo ulteriore rispetto alle precedenti per quanto riguarda gli obiettivi.
Spiegaci meglio.
Qualche anno fa avevo allenato in campionati maschili (di categoria provinciale o regionale) con atleti seniores. A partire dalla stagione 2018/2019, abbiamo deciso assieme alla società di fare un cambio di rotta, andando ad incrementare gradualmente la quota di giovani della rosa.
La squadra di Prima Divisione è una parte importante del progetto di crescita degli atleti del settore giovanile nell’ambito della collaborazione tra Volley Club Trieste ed EurovolleySchool. Il progetto copre nel complesso diversi campionati, dal minivolley fino alle categorie regionali. È un’iniziativa che, in termini di reclutamento, ha delle proporzioni importanti, che ci portano ai primi posti nel territorio.
Era dunque doveroso agire in tal senso: è il progetto delle due società ed è di grande stimolo per me. Come dicevo, in questa stagione abbiamo fatto un ulteriore step in avanti nel ringiovanimento: la composizione della rosa è una chiara testimonianza di questo.
Com’era composta la rosa?
La formazione che ha affrontato il campionato è stata impostata dando priorità alla crescita tecnica degli atleti, soprattutto di quelli giovani, che nel campionato di prima divisione avrebbero avuto l’opportunità di accumulare esperienza in partita.
È stato fatto un grande lavoro di coordinamento, perché amalgamare un gruppo così variegato era una sfida delicata. La rosa aveva una base di giocatori esperti (a cui va la mia gratitudine, soprattutto per la disponibilità dimostrata durante la stagione) in supporto agli altri due sottogruppi formati, da un lato, dagli Under 18, dall’altro dalle nuove leve che si affacciavano per la prima volta ai campionati di categoria: i giovanissimi dell’Under 16 di Devis Pascut. Due gruppi che si allenavano separatamente, con una sola seduta in comune.
Come è andato il campionato fino allo stop?
L’inizio è stato di rodaggio, come era prevedibile. Nella seconda parte della stagione, fino a quando malauguratamente ci siamo dovuti fermare, si è vista una chiara crescita dal punto di vista sì tecnico, ma soprattutto degli atteggiamenti dimostrati in partita.
I ragazzi sono riusciti a fare gruppo e a sentirsi effettivamente squadra. In questo ho apprezzato l’atteggiamento di alcuni dei “vecchi” e l’impegno profuso dai giovanissimi. È stato molto positivo l’impegno che tutti hanno messo, garantendo presenza e attenzione durante gli allenamenti.
Nel complesso possiamo dire che, per come era stata impostata la stagione e rispetto agli obiettivi prefissati, nonostante lo stop non è stato un anno perso – tutt’altro. Abbiamo visto crescere i nostri atleti: la soddisfazione più grande, fonte di motivazione per ogni allenatore.
Vuoi approfittare per ringraziare qualcuno?
Mi sento davvero di elogiare tutti i componenti della squadra, giocatori e staff, perché il gruppo è stato un elemento trainante per tutta la stagione e ben oltre i risultati ottenuti sul campo. Permettetemi infine di dedicare il grazie più grande alla nostra dirigente Bet De Rota! Preziosa, collaborativa e un vulcano di idee.